Il governo fa marcia indietro sulla detrazione dei premi sulle assicurazioni vita ed infortuni anche se stipulati in anni precedenti. Infatti nel decreto IMU, (quello, cioè, che ha tagliato la prima rata dell’acconto di giugno sulle case di abitazione principale), vi è la disposizione che a partire dal 2013 la detrazione del 19% che siamo stati abituati a calcolare su un’importo non superiore a € 1.291,14 passerà a € 630 e dal 2014 scenderà ancora a € 230. Come dire che, di fatto, scompare l’incentivo a farsi una assicurazione che salvaguardi il sottoscrittore e la sua famiglia da infortuni seri, dalla morte e da quelle malattie che rendono non autosufficienti.
Quello che non si riesce a mandar giù è il fatto che nonostante il codice del contribuente vieti l’emanazione di leggi retroattive se queste sono a carico o a debito del contribuente, tutti i governi che si susseguono alla guida del Paese continuano imperterriti a tradire questo principio di democrazia e di legalità e rispetto verso i contribuenti.
Il governo, se volesse vestirsi di un abito di legalità e rispetto verso i suoi elettori-contribuenti, farebbe bene a rinunciare ad applicare questa diminuzione di detrazione sui contratti già stipulati. A dirla tutta, farebbe bene a non trasformare in legge questa parte del decreto che innescherebbe un pericoloso percorso che potrebbe portare molti contribuenti a non sottoscrivere più questi contratti assicurativi ed a non continuare a versare più premi per i contratti già sottoscritti. Ciò potrebbe rappresentare un forte aumento dei costi della sanità pubblica in un arco temporale a medio-lungo periodo
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