Con il decreto varato ieri il consiglio dei ministri ha congelato il versamento della prima rata dell’IMU sulla prima casa, ma solo se non di lusso, ed eventuali relative pertinenze che sarebbe scaduta il 16 giugno prossimo. Se entro il 31 agosto il governo non riuscirà a varare la riforma generale delle imposte sulla casa (IMU, TARES, IRPEF, ecc.) giorno 16 settembre si andrà a versare quello che si sarebbe versato il 16 giugno.
Sembra una buona notizia ma non lo è per tutti.
Come spesso capita è il gioco delle tre carte.
Infatti per l’80% degli italiani, tanti sono gli italiani proprietari dell’immobile in cui risiedono, secondo studi dell’Agenzia delle Entrate, che in buona parte sono anche proprietari dell’immobile in cui svolgono la loro attività c’è un risvolto amaro: l’aumento del coefficiente di calcolo del valore dell’immobile su cui calcolare l’imposta e la contemporanea possibilità data ai comuni di aumentare dello 0,3% l’aliquota da applicare che potrà quindi passare dal 7,6% al 10,6%. Un bel regalo, non c’è che dire. Anche se è stato promesso che nella riforma che dovrà essere portata a termine entro il 31 agosto l’IMU sarà resa deducibile dall’IRPEF e dall’IRES.
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